FreeMoving? Un campo base. La vita? Una scalata. Il segreto della riuscita? Puntare alla vetta in cordata, aiutandosi gli uni con gli altri.
Lo ha raccontato bene Luca Aronica chiamato a esserci, tra tanti altri testimoni che si sono alternati sul palco dell’Auditorium di piazza Risorgimento a Seregno, all’iniziativa “Scaliamoci” promossa dal Club Alpino Italiano.
Alpinisti, persone con disabilità o in condizioni di fragilità, malati hanno condiviso il “campo base” del loro racconto in una serata davvero significativa, dove la metafora della scalata è servita per parlare di coraggio, energia e desiderio di condivisione come qualità di tutti: strumenti fondamentali per raggiungere l'obiettivo di una vita migliore, anche quando sul nostro cammino incontriamo difficoltà e imprevisti.
Ed è proprio allora che è necessario fare tesoro delle nostre risorse personali per affrontare l’ignoto, proprio, come in un’impresa alpinistica, e apprezzare le conquiste personali, passo dopo passo. Senza dimenticare che tutto questo, in cordata è meglio.
Luca ha raccontato della diagnosi di malattia genetica rara che lo ha inesorabilmente portato alla cecità. “Nel pieno dell’adolescenza, quel macigno mi stese a terra per lunghi anni. Ma ora sono qui, rinato, sollevato, fiero di me stesso”.
Quando si rese conto che proseguire la sua passione per lo sport non sarebbe stato possibile, o per lo meno non in autonomia, fu allora che nacque FreeMoving.
“La montagna da scalare è stata alta e il percorso impervio, ma passo dopo passo abbiamo creato una rete di volontari, guide e associazioni amiche che hanno reso possibile lo sport senza barriere a tutti i nostri ragazzi”.
Il cordino che permette a chi ha disabilità visiva di praticare atletica, è oggi il simbolo della cordata che ha fatto nascere e che fa vivere l’associazione: quel cordino lega atleta non vedente e guida, consente loro di correre coordinati verso il traguardo, come due scalatori, uniti e solidali.
“In 100 metri si soffre insieme, ci si diverte, ci si incita a vicenda, si sbaglia passo, si guarda insieme verso l’obiettivo” sottolinea Luca.
FreeMoving è diventata oggi un grande campo base, dove si può trovare sempre un aiuto e quella voglia incontenibile di provare a sfidare ogni barriera, insieme, atleti e volontari. “Costruendo un campo base, ho capito che quando pensi sia troppo difficile e si fa strada l’idea di lasciar perdere, è lì che deve scattare quella molla mentale in grado di ribaltare completamente la prospettiva” ha parlato chiaro Luca.
Sono tante le sfide nuove che aspettano i FreeMovers al campo base! State pronti e state con noi!
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